Nomadi – Storia di Edoardo

Nomadi – Storia di Paolo

home is where heart isLa sala ristorante comincia a svuotarsi. Gli ultimi clienti rimasti hanno un’aria stanca, tipica di chi ha trascorso la giornata sulle piste innevate. Sui vassoi del buffet restano solo gli avanzi, mentre alcuni camerieri finiscono di liberare i grossi tavoli da bicchieri e bottiglie, ormai vuote. Dal salone centrale giunge ovattata la musica del piano bar. Edo attraversa il dedalo di corridoi del villaggio turistico a passo spedito, salutando i clienti ed evitando i colleghi. Deve fare una telefonata, non ha tempo per fermarsi a fare quattro chiacchiere.

Il suo turno al bar era terminato da un pezzo, ma non era voluto tornare in camera. Quella sera aveva bisogno di compagnia. Così era finito nella sala dello staff, a bere un drink, con altri colleghi che come lui avevano terminato il turno, e che come lui erano alla ricerca di compagnia.
‘Mi è arrivata la comunicazione, allora tra 2 settimane mi mandano in Turchia!’
Il giovane cameriere seduto di fronte a lui sorrideva. Era soltanto alla sua seconda stagione, ed era entusiasta. Edo gli sorrise di rimando.
‘Congratulazioni, è un bel villaggio e qui sei stato molto bravo!’
Il ragazzo mormorò un ‘grazie’ imbarazzato, prima di rivolgersi a due coetanei che cominciarono a riempirlo di domande. Continua a leggere…

Nomadi – Storia di Paolo

Nomadi – Storia di Sandro

CHARLOTTE BRONTEORE PREVISTE PER IL RITORNO A CASA: 20
L’abitacolo di un camion può essere un luogo molto rumoroso. Quella notte il camion di Paolo aveva deciso di diventare il più rumoroso in assoluto. Era in viaggio da due ore, quando aveva cominciato a piovere. Prima goccioline sottili, poi un acquazzone in piena regola. Le gocce battevano ritmicamente sulle lamiere e sui vetri, provocando dei tonfi sordi. I tergicristalli avevano forse bisogno di una ritoccatina, visto il gemito agonizzante che emettevano a ogni movimento. Infine anche il baracchino sembrava voler regalare il suo personale contributo a quel viaggio, con la trasmissione continua di un fruscio inquietante, spezzato a tratti da stralci di voci gracchianti.
‘Sarà una bella nottata!’

Paolo era un uomo come tanti. O meglio, un omone come tanti. Con i suoi 190 cm di altezza, associati a 120 Kg di peso, riusciva a incutere un certo timore. Tuttavia, come spesso accade, la sua stazza fisica non era in accordo con i modi pacati e cortesi che lo caratterizzavano.
Le luci in autostrada sembravano offuscate quella notte. La visibilità era ridotta al minimo dal temporale. Il vento spazzava i miseri alberelli ai lati della carreggiata, e il camion proseguiva a velocità moderata sulla corsia di destra.

ORE PREVISTE PER IL RITORNO A CASA: 16
Era diretto a Nord. Il mezzo era a pieno carico. Trasportava carne, di qualsiasi forma, provenienza e dimensione. Un carico come gli altri. Lanciò uno sguardo all’orologio digitale sul cruscotto.
‘La piccola a quest’ora dorme…’
Già, la piccola. Perchè Paolo è padre. In effetti è più che un padre. E la sua vita prima, era stata molto diversa.Continua a leggere…

Nomadi – Storia di Sandro

business manLa sveglia è suonata da un pezzo ormai. Le imposte delle finestre sono ancora socchiuse, il pallido sole invernale filtra attraverso qualche fenditura, ma non regala alla stanza nessun calore. Dal bagno arriva una musica ovattata, Sandro canta la mattina. Accende la radio appena sveglio, ovunque si trovi, e canta, con voce squillante, stonato come una campana. Il suo rituale di bellezza si svolge sempre allo stesso modo: doccia mediamente fresca, rasatura a pelle, asciugatura dei corti capelli brizzolati, cera profumata per fissare i ciuffetti ribelli, creme rinfrescanti, rinvigorenti, massaggianti e infine anti-age. Il completo giusto per la giornata lo aspetta sulla poltrona, accanto al letto, come ogni mattina. Camicia, cravatta, calzini abbinati alla cravatta, giacca con pochette abbinata a calzini e cravatta. Mentre si veste continua a canticchiare distratto.
‘Sugar…nananananana oh…honey honey…’

Pronto per uscire. Passa dal bagno, spegne la radiolina, afferra la valigia e si chiude la porta alle spalle. In ascensore ha già attivato il suo auricolare bluetooth, rigorosamente di ultima generazione. Con passo sicuro attraversa la hall, e senza nemmeno uno sguardo lascia cadere la chiave magnetica sul bancone della reception. In quell’albergo non tornerà: il servizio in camera faceva pena. Uno dei cellulari sta già squillando, guarda il numero, e lo lascia squillare sperando che smetta in fretta. Il vibro lo innervosisce. Lascia scattare l’apertura automatica della sua BMW e apre frettolosamente il cofano per scaraventarci dentro la valigia.
‘L’appuntamento è alle 10.30…nemmeno il tempo di un caffè porco giuda!’Continua a leggere…

Nuovo lavoro cercasi – Parte IV

PARTE III

amoreLe goccioline di pioggia si fanno sempre più fitte. Loredana è in macchina già da quaranta minuti, il traffico quella sera sembra più intenso del solito. Il suono dei clacson si confonde con il ticchettio ritmato della pioggia, la radio in macchina è spenta, per lei c’è solo un gran silenzio. Riflette su quello che ha fatto, pensa che dovrebbe sentirsi turbata, forse anche spaventata. Tutto quello che sente è una gran pace, una sensazione di serenità che la pervade.
‘Andrà tutto bene’, e lo pensa sinceramente, per la prima volta, dopo tanti mesi. La macchina davanti alla sua frena improvvisamente, lei mantiene un’andatura lenta sotto quella pioggia traditrice, arresta l’auto senza difficoltà e inserisce le quattro frecce. Il traffico non la preoccupa, avrà più tempo per raccogliere le idee.

‘Davide con il nuovo lavoro, io senza più straordinari selvaggi…tutti contenti! In realtà io ero contenta…chissà lui…dove avrà avuto la testa dico io! E dove vuoi che l’avrà avuta? A me, a Gioia, ai soldi forse!’ Il cambiamento di Davide era stato ai suoi occhi repentino, innegabile. Una sera si era addormentata accanto al padre di sua figlia, la mattina dopo si era svegliata con un uomo invecchiato, sfuggente, uno sconosciuto.Continua a leggere…

Nuovo lavoro cercasi – Parte III

PARTE II

coffee break

Il ronzio sommesso della macchinetta del caffè riempiva la stanza. Era ancora presto, da un momento all’altro quel senso di quiete sarebbe svanito. Davide guarda la sua immagine, riflessa sulla porta finestra chiusa. Il contorno degli occhi è scuro, la camicia tira sulle spalle, si sente prigioniero dei suoi stessi vestiti.
‘Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, la mia deve essere bruciata…più di questo caffè’. Accartoccia il bicchiere di plastica, e lo lascia scivolare nel cestino davanti a lui. Torna a concentrarsi sulla sua immagine, ancora pochi minuti e quella serena atmosfera cambierà irrimediabilmente, fino a tarda sera. Evita di incontrare il suo sguardo, sposta gli occhi dalle scarpe, alla cravatta, fino ai capelli. ‘Avevo così pochi capelli un mese fa?’ Sembra passato un anno intero, dalla mattina in cui è entrato in quell’ufficio per un colloquio. Invece sono trascorsi soltanto 32 giorni.Continua a leggere…

Nuovo lavoro cercasi – Parte II

PARTE I

bob dylan

Un portone anonimo, uguale in tutto ai portoni dei palazzi adiacenti. Nessuna insegna, nessuna indicazione. Soltanto la targhetta di carta scritta a mano sul citofono, ‘Uffici’. Anche adesso, davanti a quel portone in legno, su una strada secondaria alla periferia della città, Davide non conosce il nome dell’azienda che lo ha convocato per quel colloquio. La piega dei pantaloni è storta, cerca di aggiustarla con le mani.
‘Questo completo è orrendo’. Era stato il commento della Lore la sera prima.
‘Dovresti comprarne uno nuovo, sai quelli che si usano adesso, con la giacca avvitata…e la camicia dammela, che te la stiro! Il colletto è storto…’
Benedetta donna, quanto si era agitata a sentir parlare di quel colloquio. Pensando alla reazione di Loredana, Davide schiacciò il bottone sul citofono.

‘Chi è?’
‘Davide Onofri sono qui per un colloquio’
Il clic del portone che si apre.
‘Che pian..’la comunicazione si è già interrotta.
L’androne del palazzo è buio, sulla destra la spia rossa dell’ascensore lampeggia. Occupato, fai le scale. Alla fine della seconda rampa ha già il fiatone, la cena della sera prima deve essergli rimasta sullo stomaco.Continua a leggere…

Nuovo lavoro cercasi – Parte I

‘Pronto?’
‘Buongiorno, il Signor Onofri?’
‘Si, sono io’
‘La contatto in merito a un curriculum vitae che ha inviato alla nostra azienda il nostro supervisore vorrebbe incontrarla per un colloquio conoscitivo è disponibile domani mattina alle 10?’
Squillino le trombe! Un colloquio conoscitivo! Gola secca, occhi spalancati. All’altro capo del filo solo il respiro affannoso dell’anonima centralinista, che ha pronunciato quella frase tanto attesa in un sol fiato. La conversazione si chiude dopo qualche secondo, ha accettato l’appuntamento. Riappoggiando il telefono sul comodino, osserva il post-it sul quale ha scarabocchiato orario e indirizzo della sede aziendale. ‘Magari la fortuna ha ripreso a girare, forse non tutto è perduto’. lavoro nuovo

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Tradimento – Parte II

Come si stava dicendo, Nina, accanita consumatrice di Tavor e di romantiche serie televisive, ha ben due uomini ad allietare le sue insignificanti giornate. Roberto, amore liceale, classico “bravo ragazzo da sposare”, amato da famiglia e amici, fedele, brillante studente universitario e chi più ne ha più ne metta. Solo una macchia nella promettente vita del caro (e ignaro) Roberto: per dirla in modo carino, tiene le corna. Già, perchè da circa due anni Nina ha incontrato l’altro amore della sua vita, Milo, barista squattrinato, festaiolo e molto poco incline alla monogamia. Un quadretto idilliaco per la ragazza, che riesce a coniugare il sereno senso di appagamento regalato da Roberto, al brivido dell’incertezza offerto dagli incontri con Milo. Spavalda Nina, ha in pugno la situazione, conduce il gioco e si sente libera di essere se stessa grazie a due vite parallele.Continua a leggere…

Tradimento – PARTE I

tradimento

Nina, 25 anni, professione disoccupata, segni particolari: si nutre di ansia. Ebbene si, il suo disprezzo verso l’appagante sensazione di serenità desiderata da tanti è palese, quasi tangibile. A dispetto della realtà in cui si trova a vivere quotidianamente, Nina sente fisicamente la necessità di trovare un motivo, valido o no, che la porti ad una condizione costante di iperventilazione, accompagnata da crisi di pianto o, per le occasioni speciali, al classico “sudore freddo – vista appannata – gran finale con svenimento”. Povera Nina.

Eh no, nessuno può accostare l’aggettivo “povera” al nome di Nina! Disoccupata si, povera no. Continua a leggere…

Lui e Lei

Lui e Lei. Storia vecchia come il mondo, una come tante. Felici i tempi di una tarda adolescenza, leggeri, quelli che alle porte dei 30 anni si ricordano con spavalderia e un pizzico di nostalgia. Lui ha 20 anni, Lei 19, quando si incontrano la prima volta. Non è amore a prima vista, non è amore e basta. Si incontrano e si vogliono, ma non si amano. Amore è un sentimento troppo altruista per Lui, amore è un sentimento troppo “sentimento” per Lei. Due vite incompatibili, due visioni del mondo opposte, per dare vita ad un rapporto di simbiosi, sempre sospeso sul baratro delle innegabili differenze, diretto e senza mezzi termini. Amore è ancora un termine da pronunciare con diffidenza, ma i mesi diventano anni, le distanze tra di loro si accorciano, l’idea di una routine quotidiana li sorprende ancora insieme, e non li spaventa.Continua a leggere…